serie: le borse vuote - Installazione “MALE NOSTRUM”
ogni elemento misura mediamente 50 x 35 x 20 + amo da pesca h 12 + filo da
pesca in lunghezza variabile.
Per l’artista, attenta alle
problematiche sociali, “La valigia dei sogni” (“protagonista” del film
di Comencini del 1953) si è necessariamente adattata ai tempi
(interessanti?) in cui viviamo diventando una modesta, piccola “borsa
della speranza”, una sorta di “bagaglio a mano” che portiamo con noi
durante il viaggio della vita per affrontare e superare i momenti
difficili.
Nell’opera “Male Nostrum”
le
borse/bagagli a mano sono personalizzate da targhette da valigia
agganciate ai manici, ma tutte in egual modo mantengono solamente
l’impronta del loro contenuto risultando oramai svuotate da quella “Speranza”
che l’artista, in modo surreale, fa coincidere con i nominativi dei
proprietari. Con
il nome “Speranza” scritto
sulle targhette in venti lingue diverse, tra cui molte europee, si
racconta di un viaggio, un cammino, un percorso che chiunque può
decidere d’intraprendere.
Accanto al
il tragico destino dei migranti che finiscono il loro viaggio in
fondo al mare assieme al loro semplice “bagaglio a mano”, c’è quello,
altrettanto tragico, di tutti coloro che, spinti e condizionati dal
“Male Nostrum”, cioè dalla nostra società dell’apparire e dai nuovi
valori dettati dai social,
influencer, blogger, ambassador, ecc.,
si ritrovano, alla fine del tragitto, ad aver perduto la speranza e, con
essa, anche il senso del Sé.
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